La Xerostomia si verifica per carenza o assenza di saliva. Questa condizione può causare problemi:
– nel parlare
– nel mangiare deglutire e sentire i sapori
– di alitosi
– di carie
– di infezioni della mucosa orale
Farmaci:
sono più di 400 quelli che possono causare la xerostomia anche se in genere gli effetti sono reversibili. Le categorie maggiormente responsabili sono:
- Antistaminici
- Antidepressivi
- Antineoplastici
- Anticolinergici
- Anoressizzanti
- Antipertensivi
- Antipsicotici
- Anti-Parkinson
- Diuretici
- Sedativi
A volte anche questo genere di farmaci possono causare bocca secca:
- Analgesici
- Ansiolitici
- Antiaritmici
- Antiemetici
- Antidiarroici
- Broncodilatatori
- Decongestionanti
- Miorilassanti
CLASSI DI FARMACI CHE FREQUENTEMENTE PROVOCANO XEROSTOMIA
ACE-inibitori. Xerostomia è stata riportata per diversi inibitori dell’enzima di conversione, includendo captopril, enalapril, lisinopril (8% dei casi).
Commento: La comparsa di alterazioni del gusto è stata riportata nel 2-4% dei pazienti trattati con captopril. I disturbi si verificano durante i primi tre mesi di terapia, ma in seguito generalmente scompaiono anche se il trattamento viene continuato. Il fenomeno è forse attribuibile a una diminuzione dei livelli plasmatici di zinco.
Agenti antineoplastici. La chemioterapia antineoplastica può essere causa di xerostomia, ma una maggiore attenzione è rivolta alla mucosite, che rappresenta una grave manifestazione della tossicità di diversi agenti (antimetaboliti, alchilanti, prodotti naturali, idrossiurea e procarbazina). E’ stato documentato come nel caso del 5-fluorouracile, una sindrome xerostomica di base o insorta durante il trattamento possa essere uno dei fattori che predispone alla mucosite. Bocca secca è stata specificamente segnalata per leuprolide (meno del 5% dei casi), megestrolo (1-4% dei casi) e procarbazina.
Commento: I soggetti con tumore avanzato possono richiedere vari trattamenti (per esempio, farmaci antineoplastici, antidepressivi e analgesici) che influiscono sulla funzione salivare e pertanto vanno frequentemente incontro alla xerostomia
Agenti antiretrovirali. Gli inibitori delle proteinasi causano xerostomia in circa il 2% dei casi.
Commento: Gli stessi farmaci provocano disgeusia, con una frequenza del 2,6% per l’indinavir, del 10,3% per il ritonavir e del 4,4% per il saquinavir.
Agenti simpaticomimetici. Xerostomia si verifica in meno del 3% dei pazienti che ricevono salbutamolo o salmeterolo per inalazione.
Analgesici oppioidi. Solo la meperidina e i suoi congeneri (vedi anche antidiarroici) causano xerostomia, in quanto dotati di azione anticolinergica. Anche il tramadolo può causare bocca secca, in circa il 5-10% dei pazienti.
Anoressizanti e stimolanti del sistema nervoso centrale. L’anfetamina e i composti correlati (tra cui ecstasy, fenfluramina, fenmetrazina, fentermina, mazindolo, metilfenidato e altri) provocano tutti frequentemente xerostomia. L’effetto è da ascriversi all’elevato tono delle monoamine nel sistema nervoso centrale.
Ansiolitici e sedativi. La glutetimide è dotata di attività anticolinergica e può causare xerostomia. Xerostomia è stata segnalata per varie benzodiazepine, tra cui il triazolam. Anche l’idrossizina (vedi anche antistaminici) causa la reazione avversa.
Antiaritmici sono soprattutto la chinidina, la disopiramide e la procainamide a provocare secchezza delle fauci in quanto dotate di attività anticolinergica. Anche l’amiodarone, il diltiazem e il propafenone possono dare xerostomia (1-3% casi).
Commento: Il propafenone è secreto in quantità sostanziali dalle ghiandole salivari e provoca gusto amaro o salato nel 9% dei casi.
Antidepressivi. La xerostomia è estemamente frequente, specialmente negli anziani, in seguito a trattamento con i classici derivati triciclici (per esempio, imipramina, clomipramina, amitriptilina, nortiptilina e doxepina) e tetraciclici (per esempio, maprotilina) non selettivi ed è da attribuirsi alla loro spiccata attività anticolinergica. La xerostomia è meno frequente con farmaci che si comportano come inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, come, per esempio, fluoxetina (10% dei casi), paroxetina (18%), sertralina (15%), trazodone (15-30%), che hanno una minore componente anticolinergica. Il bupropione provoca la reazione avversa nel 28% dei casi.
Commento: Sebbene la clomipramina si comporti in vitro come un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina, in vivo la sua azione non è così selettiva a causa della formazione del suo metabolita demetilato, che inibisce la ricaptazione della noradrenalina. La clomipramina provoca bocca secca anche nell’84% dei casi.
Antidiarroici. Il difenossilato e la loperamide (vedi anche analgesici oppioidi) provocano la sindrome della bocca secca e questo effetto viene aggravato dalla associazione con farmaci parasimpaticolitici.
Antimaniacali. La xerostomia si verifica in circa il 20-50% dei pazienti che assumono sali di litio ed è da mettere in relazione alla poliuria indotta dallo ione.
Antimuscarinici. Comprendono alcaloidi naturali (come l’atropina, la iosciamina e la scopolamina), derivati semisintetici (come l’omatropina), e composti sintetici (tra cui, l’anisotropina, l’ipratropio, il glicopirrolato, l’isopropamide, il mepenzolato, la pirenzepina e la propantelina). Sono impiegati per vari scopi terapeutici. I recettori delle ghiandole salivari sono particolarmente sensibili all’azione inibitoria di tali farmaci e la xerostomia è frequentissima.
Commento: La diciclomina e l’ossibutinina agiscono soprattutto come rilascianti non selettivi della muscolatura liscia e hanno impiego come antispastici. L’attività antimuscarinica compare solo alle alte dosi.
L’ipratropio inalato per via orale ha solo modesti effetti sulla secrezione salivare (xerostomia in fino al 5% dei casi).
La pirenzepina, un antagonista selettivo dei recettori M1, riduce la secrezione acida gastrica a dosi che non influenzano la secrezione salivare.
Antinfiammatori. Xerostomia è stata segnalata per diflunisal, ibuprofene, fenoprofene, naprossene e piroxicam. Il triamcinolone, usato per inalazione, ha mostrato di provocare xerostomia nell’anziano.
Commento: Durante la terapia con fenilbutazone, si possono verificare aumenti del volume delle ghiandole salivari e della concentrazione sierica di amilasi. In parecchi casi la sialoadenite da fenilbutazone è risultata associata a febbre e varie combinazioni di pleurite, pericardite, rash, congiuntivite e disfunzione epatica.
Antiparkinsoniani. Le amine terziarie parasimpaticolitiche, come la benztropina, il biperidene, la prociclidina, il triesifenidile hanno una significativa capacità di causare xerostomia, che dipende dalla loro attività antimuscarinica. L’amantadina, che non ha apprezzabile attività anticolinergica, produce secchezza della bocca nell’1-5% dei casi. Laseleginina, un inibitore selettivo delle MAO- B, ha dimostrato di produrre xerostomia nel 6% dei casi in una sperimentazione controllata controplacebo.
Antipertensivi, sono soprattutto quelli ad azione centrale come l’alfa-metildopa, la clonidina, il guanabenz e la reserpina a indurre xerostomia (fino al 40% dei pazienti trattati). Anche la guanetidina e il guanadrel danno xerostomia con una certa frequenza.
Commento: La riduzione della salivazione indotta da clonidina e alfa-metildopa si esplica sia nel sistema nervoso centrale sia in periferia e dipende dalla loro attività agonistica per i recettori adrenergici alfa2. In particolare, in periferia la stimolazione di recettori alfa2 presinaptici eterotropici provoca un’inibizione della trasmissione colinergica.
Antiprotozoari. Il metronidazolo provoca xerostomia in meno dell’1% dei casi quando applicato nelle formulazioni gel per uso intravaginale. La frequenza del fenomeno è probabilmente maggiore quando il metronidazolo è usato per via sistemica.
Antistaminici anti-H1 di prima generazione (per esempio, etanolamine, come la difenidramina e il dimenidrato, piperazine, come l’idrossizina, e fenotiazine, come la prometazina) provocano xerostomia perché dotati di attività anticolinergica.
Commento: La xerostomia non si verifica con gli antistaminici anti-H1 di seconda generazione, come, per es., astemizolo, loratadina e terfenadina, in quanto privi di significativa attività anticolinergica.
Antiulcerosi. Bocca secca è risultata associata all’uso di omeprazolo e sucralfato. Il fenomeno è stato descritto anche per la nizatidina ma potrebbe essere dovuto alla componenteplacebo.
Citochine. Xerostomia è stata riportata in fino al 28% dei pazienti trattati con interferone-alfa.
Commento: La somministrazione di interferone-alfa può causare anche gengivite, stomatite e disgeusia. L’interleuchina 2 può causare stomatite in fino al 32% dei soggetti.
Diuretici. Xerostomia è stata riportata per le tiazidi, la furosemide, lo spironolattone il triamterene e il mannitolo. In tali casi la reazione avversa è imputabile al meccanismo della disidratazione.
Neurolettici. I neurolettici tipici come le fenotiazine, i butirrofenoni, i tioxanteni, la loxapina, il molindone provocano xerostomia in virtù della loro attività anticolinergica e il rischio di questo effetto è aumentato dalla concomitante somministrazione di farmaci antiparkinsoniani anticolinergici, somministrati per combattere le reazioni extrapiramidali. Sono soprattutto i composti a bassa potenza (clorpromazina, tioridazina) a provocare xerostomia.
La “sindrome orale” da fenotiazine prevede bocca secca, diffuso arrossamento delle mucose, cattiva ritenzione delle dentiere, stomatite, fissurazione delle labbra e degli angoli della bocca, alterazioni del colore della lingua e altri sintomi.
Commento: La clozapina è un neurolettico atipico, che ha una relativamente bassa affinità per i recettori dopaminergici. La sua attività sembra coinvolgere anche i sistemi dei neurotrasmettitori serotoninergici, colinergici e adrenergici. È un potente agente antimuscarinico. Sebbene la clozapina possa provocare anche una fastidiosa xerostomia, essa causa più comunemente una ipersalivazione paradossa (in un terzo dei pazienti, ma anche, in alcune casistiche, nel 75-85% dei casi). Tale salivazione profusa, molto fluida, può essere motivo di imbarazzo a livello sociale ed è particolarmente problematica durante il sonno a causa della ridotta deglutizione. Può provocare parotite, soffocamento e polmonite da aspirazione. Sembrerebbe che al fenomeno della ipersalivazione contribuisca una attività miorilasciante della clozapina. Va aggiunto che una ipersalivazione può comparire occasionalmente con altri agenti neurolettici
Retinoidi. L’isotretinoina ha un effetto essiccante a livello mucocutaneo e cheilite e xerostomia sono frequentemente associate all’uso di questo farmaco.
Tetraidrocannabinolo. L’uso di questo composto è risultato associato a xerostomia.
RADIOTERAPIA:
Specie per neoplasie di bocca, testa e collo. I danni delle radiazioni sono legati al tempo, alla dose ed ovviamente alla vicinanza delle ghiandole salivari. Solitamente le conseguenze sulla salivazione sono in questi casi irreversibili.
MALATTIE:
La patologia che più frequentemente causa secchezza delle fauci è la Sindrome di Sjogren, malattia infiammatoria autoimmune che colpisce circa il 3 percento della popolazione. Il 90 percento delle persone affette dalla Sindrome Sjogren sono donne di età superiore ai 50 anni.
Altre patologie infiammatorie croniche correlate alla xerostomia sono la sarcoidosi e l’amiloidosi.
Altre malattie sistemiche causa di bocca secca sono:
- Artrite Reumatoide Sistemica
- Lupus Eritrematoso Sistemico
- Sclerodermia
- Diabete Mellito
- Ipertensione
- Fibrosi Cistica
- Nefrite
- Malattie della Tiroide
- Paralisi Cerebrale e Paralisi di Bell
Possibili cause possono essere anche la Gastrite, l’Insufficenza Pancreatica e la Cirrosi Biliare Primitiva.
Un Trauma della Testa o del Collo può danneggiare nervi preposti alla sensibilità della bocca compromettendo la funzionalità delle ghiandole salivari.
La disidratazione derivante da scarsa assunzione di liquidi, vomito, diarrea o poliuria può portare ad avere la bocca secca.
Abitudini come l’Iperventilazione , la respirazione orale, il fumo ed il consumo di alcool possono scatenare la xerostomia.
TERAPIA:
– Bevi durante il giorno piccoli sorsi di Acqua o Bevande senza zucchero
– Usa caramelle dure o gomme senza zucchero (xilitolo) per stimolare la salivazione
– Pratica un’ ottima igiene orale: Spazzola i denti, usa il filo e sciacqua con un collutorio al fluoro. Anche gli sciacqui con Clorexidina aiutano, riducendo il numero di batteri cariogeni
- Diminuisci il rischio di carie, consumando meno carboidrati sotto forma di cibi appiccicosi come biscotti, pane, patatine e caramelle.
- Evita cibi irritanti quindi: secchi, piccanti, astringenti, acidi o troppo caldi/freddi.
- Evita la caffeina, perchè può aumentare la sensazione di secchezza.
- Vai dal dentista regolarmente per:
A) curare le carie in uno stadio iniziale
B) verificare la presenza di macchie scure, rosse o bianche e di ulcere
C) ricevere istruzioni specifiche di igiene orale
D) valutare la necessità di applicazioni topiche di fluoro ( oltre quello del dentifricio )
E) prevenire invece che curare
- Non fumare. Il tabacco asciuga la bocca ed aumenta di 7 volte il rischio di malattia parodontale
- Limita l’ uso di alcol perchè causa bocca secca ed è, con il fumo, un fattore di rischio primario per I tumori della bocca e della gola.
- Cura la bocca prima di chemioterapia o radioterapia di testa o collo.
- Usa un umidificatore per l’ambiente
- Non dormire con la dentiera, per la notte immergila in un disinfettante
FARMACI DA BANCO:
Saliva Artificiale o Sostituti della Saliva: non stimola le ghiandole a produrre saliva quindi va considerata una terapia sostitutiva e non una cura
- Stimolanti della Salivazione
- Dentifrici